lunedì 15 luglio 2013

Gianni Rodari - Il paese delle vacanze








 Il paese delle vacanze
 sulle carte non è segnato,
 ma di tutti i paesi
 è certo il più beato.
 Ci vanno, dopo gli esami,
 scolari e studenti
 e ci trovano da svolgere
 temi facili e divertenti:
 “nuotare a rana e a farfalla”,
 “fare un tuffo dal trampolino”,
 “piantare la tenda
 all’ombra di un pino”.
 Nel paese delle vacanze,
 mettendo da parte i pensieri,
 ci va gente di ogni specie:
 operai, ragionieri,
 signori e signorine
 dell’alta società,
 (qualcuno, a dire il vero,
 tutto l’anno ci sta…)
 Però conosco molti
 che non ci sono mai stati.
 Eppure, vi assicuro,
 non si tratta di bocciati.
 Laggiù non contano i voti,
 contano solo i quattrini:
 costa caro il mare azzurro
 e costa anche l’aria dei pini.

Gianni Rodari - Ferragosto

 






 Filastrocca vola e va 
 dal bambino rimasto in città.
 Chi va al mare ha vita serena 
 e fa i castelli con la rena,
 chi va ai monti fa le scalate 
 e prende la doccia alle cascate… 
 E chi quattrini non ne ha? 
 Solo, solo resta in città:
 si sdrai al sole sul marciapide,
 se non c’è un vigile che lo vede,
 e i suoi battelli sottomarini
 fanno vela nei tombini.
 Quando divento Presidente
 faccio un decreto a tutta la gente;
 “Ordinanza numero uno:
 in città non resta nessuno;
 ordinanza che viene poi,
 tutti al mare, paghiamo noi,
 inoltre le Alpi e gli Appennini
 sono donati a tutti i bambini.
 Chi non rispetta il decretato
 va in prigione difilato”.

venerdì 18 gennaio 2013

Gianni Rodari - Un rotolo di corda








Un rotolo di corda 
se ne sta lì tutto arrotolato 
e finge di essere un pitone addormentato. 
Una nuvola finge 
di essere un castello, 
una balena un cammello. 
Ieri uno specchio ha finto 
di essere la mia faccia e mi mostrava i denti. 
Con tanti bugiardi in giro bisogna stare attenti! 
Un sacco nero finge 
di essere spazzatura: 
in realtà è un abito da sera. 



mercoledì 16 gennaio 2013

Gianni Rodari - Uno strano biglietto di giustificazioni








Lo scolaro Giuseppe Moneta, 
di Gastone 
in un momento di distrazione 
è diventato 
un pianeta. 
Circola intorno al sole 
a discreta velocità, 
attento a non urtare 
con la testa, coi piedi e con le mani 
i pianeti più anziani. 
Per oggi dunque a scuola non verrà. 
La signora maestra 
è pregata di scusarlo, 
i compagni di banco, di osservarlo. 
Stanotte sarà visibile 
tra le costellazioni perfettamente riconoscibile 
per una macchia d'inchiostro 
sui pantaloni. 

Gianni Rodari
Un uomo maturo con un orecchio acerbo








Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo 
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
Non era tanto giovane, anzi era maturato,
tutto, tranne l'orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e poter osservare il fenomeno per benino.
"Signore, - gli dissi - dunque lei ha una certa età:
di quell'orecchio verde che cosa se ne fa" ?
Rispose gentilmente: " Dica pure che son vecchio.
Di giovane mi è rimasto soltanto quest'orecchio.
E' un orecchio bambino, mi serve per capire
le cose che i grandi non stanno mai a sentire:
ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose."
Così disse il signore con un orecchio acerbo
quel giorno sul diretto Capranica - Viterbo.

Gianni Rodari - Un uomo in cielo








In rotta per Aldebaran 
la vedetta gridò: 
- Capitano, un uomo in cielo! - 
L'astronave si fermò. 
Fu ripescato il naufrago: 
era un giovane idraulico 
di Paderno Dugnano, 
caduto all'insù 
dal balcone del terzo piano 
in una notte di luna 
per il peso della testa 
troppo gonfia di sogni. 
Gli facemmo gran festa, 
rispose a ogni domanda. 
Dopo cena il nostromo 
gli dette la sua branda.