sabato 20 ottobre 2012

Leonardo Sciascia - Natale a Regalpetra

Leonardo Sciascia - Natale a Regalpetra
Le feste di Natale sono finite. Non per tutti sono state gioiose e ricche. Non tutti sono andati in montagna a sciare. A Regalpetra, che si trova in Sicilia, qualche anno fa le cose andavano come ce le descrive questo grande scrittore siciliano. E da allora, non vi sono stati molti mutamenti … - Il vento porta via le orecchie - dice il bidello. Dalle vetrate vedo gli alberi piegati come nello slancio di una corsa. I ragazzi battono i piedi, si soffiano sulle mani cariche di geloni. L’aula ha quattro grandi vetrate: damascate di gelo, tintinnano per il vento come le sonagliere di un mulo. Come al solito, in una paginetta di diario, i ragazzi mi accontano come hanno passato il giorno di Natale: tutti hanno giuocato a carte, a scopa, sette e mezzo e ti-vitti (ti ho visto: un gioco che non consente la minima distrazione); sono andati alla messa di mezzanotte, hanno mangiato il cappone e sono andati al cinematografo. Qualcuno afferma di aver studiato dall’alba, dopo la messa, fino a mezzogiorno; ma è menzogna evidente. In complesso tutti hanno fatto le stesse cose; ma qualcuno le racconta con aria di antica cronaca: "La notte di Natale l’ho passata alle carte, poi andai alla Matrice che era piena di gente e tutta luminaria, e alle ore sei fu la nascita di Gesù". Alcuni hanno scritto,senza consapevole amarezza, amarissime cose: "Nel giorno di Natale ho giocato alle carte e ho vinto quattrocento lire e con questo denaro prima di tutto compravo i quaderni e la penna e con quelli che restano sono andato al cinema e ho pagato il biglietto a mio padre per non spendere i suoi denari e lui lì dentro mi ha comprato sei caramelle e gazosa". Il ragazzo si è sentito felice, ha fatto da amico a suo padre Pagandogli il biglietto del cinema… Ha fatto un buon Natale. Ma il suo Natale io l’avrei voluto diverso, più spensierato. "La mattina del Santo Natale - scrive un altro – mia madre mi ha fatto trovare l’acqua calda per lavarmi tutto". La giornata di festa non gli ha portato nient’altro di così bello. Dopo che si è lavato e asciugato e vestito, è uscito con suo padre "per fare la spesa". Poi ha mangiato il riso col brodo e il cappone. "E così ho passato il Santo Natale".

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